Secondo incontro dei Dialoghi postMeridiani
LUOGO:
diretta streaming
PERIODO:
26 novembre 2020
DETTAGLI:
Giovedi 26 Novembre 2020, si è svolto il secondo appuntamento di "Dialoghi postMeridiani", svoltasi in diretta streaming sui siti internet, le pagine Facebook e i canali Youtube di Società editrice il Mulino e Donne in Corriera.
Il secondo appuntamento con Maurizio Bettini e Marco Aime e un incontro sui due capisaldi del nostro oggi, i due temi che animano il dibattito politico e culturale di tutte le nostre società: Identità e Comunità. L’identità, come approfondito nell’ultimo libro di Maurizio Bettini Hai sbagliato foresta. A fare da contraltare il concetto di Comunità, titolo di uno degli ultimi libri di Marco Aime per il Mulino, una parola di cui dobbiamo riappropriarci, fondata su autentici legami di prossimità.
Maurizio Bettini, classicista e scrittore, è professore di Filologia classica dell’Università di Siena. È autore di romanzi e racconti e collabora alle pagine culturali di «Repubblica». Per il Mulino dirige la collana «Antropologia del mondo antico» e ha fra l’altro pubblicato «Elogio del politeismo» (2014), «Radici» (2016), «Il grande racconto dei miti classici» (nuova ed. 2018), «Viaggio nella terra dei sogni» (2017), «Dai Romani a noi» (con F. Prescendi e D. Morresi, 2019), «Ridere degli dèi, ridere con gli dèi. L’umorismo teologico» (con M. Raveri e F. Remotti, 2020).
«Non sei della tribù. Hai sbagliato foresta»: due icastici versi di Giorgio Caproni, l’epigrafe ideale per i nostri anni ossessionati dall’identità. Identità culturale, nazionale, regionale, gastronomica, padana, veneta, catalana… ormai sembriamo preoccupati solo di stabilire chi appartiene alla tribù e chi no, chi deve stare nella nostra foresta e chi andarsene, chi è «noi» e chi è «loro», angosciati dalla nostra identità da affermare, da difendere in quanto paurosamente minacciata dal proprio declino. Le nuove parole d’ordine sono delimitare, escludere e soprattutto «rimettere a posto» i diversi, per vincere la ripugnanza suscitata dal «disordine» che essi sembrano introdurre. Questo libro passa in rassegna i misfatti del furore identitario nella nostra conversazione culturale, dall’atteggiamento verso i migranti e i rom all’ossessione per la purezza, persino alla moda dei tatuaggi. Una guida alla nostra foresta, un filo per uscirne.
Marco Aime insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Tra i suoi libri «Eccessi di culture» (2004) e «Contro il razzismo. Quattro ragionamenti» (2016), pubblicati da Einaudi, nonché «L’isola del non arrivo» (Bollati Boringhieri, 2018).
Come e quando la comunità ha smesso di essere il nostro orizzonte sociale e psicologico? Se la società urbano-industriale ha contribuito a indebolire relazioni e rituali depositari di una memoria condivisa, il colpo decisivo è arrivato dalla Rete, con le sue communities virtuali in cui velocità, tweet e like hanno sostituito qualità, conversazione, amicizia. In questa era dei non luoghi e dell’eterno presente, tuttavia, il bisogno di comunità resta. Perché allora non provare a ricostruire un «noi» fondato su autentici legami di prossimità?
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