Incontro con l’autore Giuseppe Culicchia
Edizione 2014
LUOGO:
Libreria Laterza (BA)
PERIODO:
2014
DETTAGLI:
L'autore Giuseppe Culicchia ha presentato il libro dal titolo “Torino è casa mia” presso la Libreria Laterza. “Una guida a Torino. E Torino è Torino. Non è una città come un’altra. Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un bagno, il Po, e poi naturalmente il salotto di Piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il Parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre storie. Aprire questo libro è un po’ come entrare in casa nostra. Mia. Vostra”.
L'aver affidato a Culicchia il compito di scrivere su Torino si spiega per varie ragioni: la sua notorietà e seguito, non solo nel mondo giovanile, la conoscenza della città testimoniata dalle non poche rubriche che questo torinese di acquisto tiene in argomento, la voglia di proporre ai suoi abitanti una lettura secondo una visione in linea con le sensibilità emergenti.
Interessante la recensione di Marco Belpoliti su L’Espresso: “Il volume sembra una guida, ma non lo è. Si tratta infatti di un romanzo contemporaneo congegnato come se fosse la visita a una casa: s'inizia con l'ingresso e si termina con la cantina. C'è anche una curiosa cartina, all'inizio, con i luoghi "neri" dell'ex capitale sabauda: prostituzione, droga, malavita. Tuttavia il tono del libro non è questo. Culicchia racconta la propria abitazione quotidiana con una strana nostalgia. Dice, ad esempio: nel resto dell'Europa, a Parigi, a Milano, è così, mentre a Torino è in quest'altro modo. Torino come città dell'eccezione? In una certa misura sì. È la città dove è impazzito Nietzsche e dove si sono suicidati alcuni dei suoi scrittori. Città ortogonale, con cardo e decumano, ma anche città attraversata da un fiume, il Po, che ne spezza e ne complica la forma. Città razionale, ma anche pervasa da forme d'irrazionalismo. La visione che ne offre Culicchia è quella di un passeggiatore solitario che, quasi con noncuranza, e sovente con sottile ironia, l'attraversa nottetempo e la descrive. È la sua città, ma non è la sua città. La ama, tuttavia la sente anche distante. Forse perché Torino non la possiede fino in fondo? Oppure, perché è Torino a non possedere fino in fondo lui? Difficile dirlo con certezza.”