Le Donne in Corriera si incontrano per le LATERZIANE
DATA: 13 Maggio 2017
TAGS:
13/5/2017 Laterza ore 18
Le Donne in Corriera si incontrano per le LATERZIANE
di ROBERTA MONACO
“La tristezza comincia una volta finito il romanzo. E si va in giro a raccontare bagatelle per passare il tempo” (Umberto Eco)
Scelgo di iniziare con la citazione del mio caro Eco, perché, anche fra le socie, e non, dell’Associazione Donne in Corriera riunite oggi per l’ultimo appuntamento con la quarta Laterziana, sembra scorrere un po’ di tristezza, forse perché siamo in dirittura d’arrivo. Si conclude oggi, 13 maggio, infatti l’ultimo incontro che prende il nome dalla libreria barese che ci vede riunite, mensilmente a trattare un tema proposto nella programmazione annuale, il cammino nel corso della nostra vita, o meglio “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, la nostra strada, la nostra interiorità, le nostre scoperte, le nostre paure, le nostre cadute, le nostre solitudini, in una parola le nostre scelte e i nostri cambiamenti. E così i molti presenti “si raccontano” e cercano di raccontare un libro che “ci ha cambiato” ed ha lasciato un segno. Introduce la padrona di casa MARIA LATERZA che parla di un momento fondamentale del cammin di nostra vita, anche se non proprio nel mezzo, forse la prima parte, ma fondamentale: la giovinezza, ormai alle spalle, giovinezza “che per la nostra generazione è stata un po’ una cifra… noi ci siamo sentiti diversi, siamo stati la generazione giovane per antonomasia, quelli che hanno vissuto da rivoluzionari, sempre all’attacco, sempre diversi, coloro che l’hanno vissuta come un momento di grande importanza, fondamentale anche a livello sociale”, e ritrova questa energia vitale in un libro che la ha colpita per la presa di coscienza improvvisa legata, come purtroppo accade, alla morte di un padre. “Si era sempre sentita giovane, nonostante l’età…” ci legge un passo che riguarda la morte del padre della protagonista, che le lascia un convento ristrutturato, e lei vuole ricostituire una comune, per riprendere quelle relazioni e riappropriarsi di quella giovinezza che ci ha fatti sentire sempre all’attacco, decide di divorziare dopo 30 anni di matrimonio, ha voglia di inseguire la giovinezza.
Altro libro che cita Maria Laterza è quello di Loredana Lipperini, L’arrivo di Saturno, Bompiani, un dato generazionale, e Lidia Ravera, Il terzo tempo, Bompiani, 2017
MARA TOMAIUOLO FRANCHINI propone: Una mattina di ottobre di Virginia Baily, e un altro titolo Grande seno, fianchi larghi di Mo Yan, ma precisa solo a titolo informativo che il libro l’ha letto solo per metà perché lo ritiene il più brutto mai letto. Anche stavolta Pennac con “I diritti del lettore” ci aiuta ad avallare e nostre scelte personali.
ROSANNA QUAGLIARIELLO ripercorre i libri capisaldi della propria formazione, da De Amicis, per arrivare alla letteratura straniera, perché, nei suoi studi universitari di Lingue, c’era più letteratura straniera che lingua straniera. Ammette di scordare le trame dei libri, ma cerca di raccontarci quello che le hanno trasferito certi libri, tra cui quelli che “non scorda”: Delitto e castigo, ad esempio, dove ritrova un processo empatico, nel portare il perdono, e riconosce che ognuno di noi si autopunisce in un certo senso. Ma il suo libro cult è Vite che non sono la mia, di Emmanuel Carrère, qui in particolare ritrova due episodi tristissimi della sua vita, in cui egli stava buttando a mare due storie importanti della propria vita. L’autore è stato testimone durante lo tsunami ed assiste alla morte del figlio di una famiglia. La figlia della sua cognata, giovane, si ammala. Questi episodi stravolgono la sua esistenza, stravolgono il rapporto con la sua compagna. Lui rinasce. Ribalta il rapporto sentimentale. Già alla lettura della quarta di copertina si coglie l’intensità di questo libro.
Prende la parola GRAZIA TUCCI: “mi piace leggere da sempre, ma il mio professore di latino e greco mi diceva che sbagliavo a leggere. Così passavo da un genere all’altro: giallo, romanzo storico, romanzo rosa, e altro. – Devi seguire un metodo – le diceva il prof. Labellarte, e se le chiedeva cosa avesse letto d’estate e lei rispondeva “tanti libri”, ribadiva che non c’era un metodo, che ero superficiale…”. Dunque si rivolge al pubblico presente e chiede, a distanza di anni, cosa è giusto? Afferma che sono tanti i libri che l’hanno colpita, Il senso dell’amore, di un giornalista, tratta di un rapporto di coppia rovinato dalla malattia che accade e lei modifica tutta la sua vita per seguirlo. Ci legge un estratto. Amare il proprio destino. Ce lo dice un filosofo come Nietzsche, che pure soffriva in vita atrocemente. Sopportare il destino. Ama ciò che hai. Allis Kate Hulman.
GABRIELLA CARUSO dichiara di non amare i gialli, preferisce le biografie e i classici. D’altronde i libri non bisogna leggerli tutti, magari tenerli e portarli qui alla Laterza per leggerli insieme!
EMMA FORTUNATO ci riporta invece al giallo, che di giallo ha solo il colore della copertina, è infatti l’ultimo libro di Oscar Iarussi, una bellissima antologia del cinema degli ultimi 60 anni, Andare per i luoghi del cinema (Il Mulino, Bologna, 2017, pp.171, euro 12) e ci legge, a pagina 93, l’esperienza barese, che annovera fra nomi ormai noti (Procacci, Ozpetek, Santalucia) anche “capitani coraggiosi baresi che si applicano all’industria del cinema” tra cui il figlio, Carlo D’Ursi, attivo a Madrid. Applauso delle donne in corriera, non solo lettrici ma anche madri.
A tal proposito interviene GABRIELE PROTOMASTRO, che nel 1973, a diciassette anni, fece una comparsa per poche ore e per pochi soldi (15 mila lire), nel film “Polvere di stelle” con Alberto Sordi e Monica Vitti, in cui le scene erano ripetute decine di volte e ognuno doveva lanciare e mettersi il berretto di un altro. Rivedremo questo film con Oscar Iarussi sulle Terrazze di Skanderberg , a settembre e avremo modo di parlare ancora di cinema.
BEATRICE GRECO si ricollega alla “fisicità” del leggere e racconta di aver iniziato a leggere da grande, ma di riuscire a leggere anche quattro libri contemporaneamente. Ad esempio: Sciascia, Pirandello, Saramago (Viaggio in Portogallo), “ero la disperazione di mia madre perché non leggevo. Poi ho iniziato a leggere di tutto da dieci anni. Un libro che quando ho chiuso si è meritato il mio: oh! Che libro!, è Il mondo di ieri, di Stephen Sweig Bike, un viennese di origine ebraica, sulla prima e seconda guerra mondiale raccontato in prima persona”. I suoi libri sono stati bruciati nel rogo dei libri, è una foto storica di questo periodo, va a Londra, a Berlino, qui diventa amico di Pirandello. Va in Brasile e si suicida con la moglie. Decadenza della città, da essere il frutto della Belle Epoque…” Con questo libro mi sono approcciata ad altri generi letterari. Ho capito che con la lettura puoi andare ovunque”. Un classico, ma a cavallo.
Infatti è molto difficile definire cosa sia un classico, interviene MARIA LATERZA, che di libri se ne intende. Ma si intende anche la voce suadente e sensuale di MARIELLA FANCIANO, che ha riflettuto sul tema proposto ed ha pensato a tremila libri, poi “cinque parole nella mia mente: non ce la posso fare”… Per lei la lettura è sempre stata un modo per viaggiare, empatia significa troppo, la risposta sarebbe stata insoddisfacente. Per lei Lettera a un bambino mai nato, la letteratura russa, giapponese, Amado e tanti altri, hanno rappresentato molto. Riprende una certa scrittrice americana a cui hanno fatto la stessa domanda: “Uno nessuno centomila” risponderei con Pirandello. D’altronde è un nostro diritto di lettori lasciare un libro a metà, avere una spinta anche dai libri più brutti. Un libro che la rappresenta davvero, continua Mariella è Il libro dell’inquietudine di Pessoa, la rappresenta per la spinta a conoscere, la curiosità, che è proprio il vero motore della lettura. Ci legge una pagina e conclude dicendo che in realtà non esiste per lei “ un libro della mia vita “, questo sarebbe un poco “congelare” quel processo di curiosità che ci spinge a leggere sempre, a fare di più, anche grazie ai libri. Cita a tal proposito Ezio Raimondi ( Etica della lettura), già venuto in questa libreria ma purtroppo scomparso.
Arrivano intanto (due uomini in corriera?) AUGUSTO MASIELLO e PIERLUIGI BALDUCCI, e sono subito invitati a prendere la parola. La presidente ricorda che fra i suoi libri più citati negli incontri passati, c’era Zorba il Greco,Gli Scali del Levante (Amin Maalouf) e Leo l’Africano che è introvabile. Ora Pierluigi sta leggendo L’Avversario, di Carrère. Masiello invece, con la sua autoironia, da attore quale è, e non solo, esordisce dicendo “io devo ancora imparare a leggere… di teatro”. Sta leggendo la storia di un attore operaio, ma non sembra entusiasta. Al contrario è capace di leggere d’un fiato libri come Il nome della rosa. Tra il parterre maschile non può mancare GIUSEPPE PETRUZZELLI, medico di professione, si dichiara impreparato, ma gli viene subito in mente La concessione del telefono di Camilleri, che lo ha conquistato per il suo linguaggio e la motivazione del racconto. Altra figura maschile, tra le più partecipative del nostro gruppo di lettori (al maschile) è GABRIELE PROTOMASTRO, giudice, che afferma: “l’incomprensione è uno dei temi che più mi affascinano, noi giudichiamo le persone per ciò che vediamo… immaginate il mio lavoro che prevede il giudizio penale e che questo può trasformare la vita ad una persona! Ma quanto conosciamo una persona a fondo? La giudichiamo per come ci appare, ma non è così. Essa è diversa da come è percepita. “ Forse per questo afferma, e le Donne in Corriera lo sanno bene, di amare Simenon in modo viscerale. E ci presenta un libro “stratosferico”, difficile da trovare, dal titolo Il figlio, edito da Mondadori, poi da Adelphi. Fa parte dei Romanzi di confessione morale, è la storia di un uomo che ha avuto un rapporto di incomprensione, contrasto, poi il padre muore, e il figlio non vuole essere condizionato dalle impressioni soggettive. Si guarda bene dal dirci la lettera che il padre scrive al figlio per non fare lo spoiler (ha imparato questo termine dal nipotino, lui un po’ sordo capiva sempre “spogliare” ), insomma fa outing con noi, quando confessa che lui si commuove spesso ma non piange quasi mai, eppure con questo libro – era su un autobus mentre andava al lavoro a Lecce – si è commosso alla conclusione: “con dignità, ho pianto”. La lettera è scritta come solo Simenon sa fare, il padre gli dice tutto quello che gli doveva dire… Difficile a questo punto non giudicare, ma bisogna farsi cogliere dal dubbio. Cosa possiamo saperne? Fa dei riferimenti a Schettino, a fatti accaduti…
Ci piacciono questi meta racconti, insomma, racconti nei racconti, dove il vissuto si intreccia al vissuto emotivo delle letture e dei lettori.
A seguire l’intervento del professore GIORGIO COSTANTINO, che rievoca tra le letture d’infanzia, di formazione, I ragazzi della via Pal, e sottolinea come i fratelli più grandi erano sempre i consiglieri, coloro che ci dicevano “cosa dovevamo leggere”, i modelli da seguire; la letteratura russa aveva un grosso peso, ma anche Proust, Brecht. Romanzi, libri, racconti. Per tornare al tema proposto, cita libri come La versione di Barney, Thomas Mann, I Buddenbrooks,scritto a 26 anni,storia di una famiglia della Germania unificata, Moby Dick, esperienza personale di come combattere la natura (cita l’episodio delle tartarughe che si sforzano di arrivare all’albero maestro) e l’insistenza che non porta a niente. Libri che si avvicinano a documentari se pensiamo che i racconti di Melville sulle balene sono alquanto vicini a fatti accaduti nella realtà. Resta l’Odissea però il libro più bello mai scritto, tutto un andare, un voler tornare dalla famiglia, nel periodo più ricco dell’umanità, ed il messaggio di Ulisse, sebbene siano passati cent’anni, resta sempre valido: se non conteniamo “virtute e conoscenza”…
Un libro che ha cambiato la vita a VALERIA GRASSO è l’Interpretazione dei sogni, e conoscendo il mestiere che ha scelto possiamo comprendere l’importanza di certe letture, anzi della lettura, nel mezzo del cammin di nostra vita.
Dobbiamo leggere … per vivere, non per divertirci, non per istruirci, ma per vivere.
