2 Marzo: “Dialoghi: Che fine ha fatto la fine della storia” penultimo incontro
Edizione 2023
LUOGO:
Nuovo teatro Abeliano - Bari
PERIODO:
2 Marzo 2023
DETTAGLI:
Domenica 2 Marzo, presso il nuovo teatro Abeliano di Bari
Per la rassegna: "Che fine ha fatto la fine della storia"
La forma dell'Europa
Vittorio Emanuele Parsi, politologo, insegna relazioni internazionali presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è docente presso la facoltà di economia all'Università della Svizzera italiana(USI) a Lugano.il posto della Guerra e il costo della Libertà,, Bompiani 2022, è il suo ultimo libro.
Riflessione puntuale e profonda della nostra socia Margherita Diana in merito al dialogo:
E sono contenta di affermare che alle Donne in corriera, tutte e nessuna esclusa, “l’indifferenza non appartiene”.
L’indifferenza è il peso morto della storia. Antonio Gramsci
Ieri sera All’Abeliano il Prof.Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali dell’Università Cattolica di Milano – un titolo fra gli altri – , ha dialogato con Gabriella Caruso e Pino Donghi focalizzando l’attenzione sulla guerra Russo-Ucranina che sta insanguinando l’Europa. Dopo la II guerra mondiale nel vecchio continente, territorio fortemente bellicoso, per quasi ottant’anni, non si sono più innescate guerre interstatali a fini espansionistici che, dice il relatore, hanno rappresentato il motivo principale di almeno 3/4 delle guerre raccontate dalla storia dell’umanità. La nostra Europa aveva disinnescato la “macchina da guerra” dei singoli Stati attraverso l’operato di Istituzioni Internazionali, che, in condizione di terzietà, tramite accordi, trattati, decisioni, hanno di fatto eliminato, o almeno tenuto sotto controllo, “le pretese” di ciascuno Stato a danno dell’altro.
Putin con la sua aggressione nei confronti dell’Ucraina ha rimesso in ballo in modo preoccupante l’antica attitudine alla guerra delle diverse Nazioni per l’annessione di nuovi territori. L’aspetto più rilevante emerso ieri è che la Democrazia e la Libertà sono modelli sociali dai quali non possiamo più prescindere perché rappresentano l’evoluzione naturale di una umanità che consapevolmente elabora e corregge il proprio operato in modo inclusivo ovvero con il pieno e totale rispetto delle diverse opinioni.
Anche gli errori, le incertezze, i ritardi della decisione politica in un contesto democratico possono essere gestiti e superati, se non viene represso il dissenso, ragionando attorno a una soluzione il più possibile condivisa. Il dibattito ha visto una particolare e intensa partecipazione della platea, del resto il tema della “crisi di rappresentanza e del tramonto degli ordini mondiali” al centro dei tre incontri dei dialoghi delle Donne in Corriera chiama alla riflessione e soprattutto rende necessario interrogarsi su quale sia il mondo possibile al quale, intimamente, si ritiene di voler appartenere.
Quello che viene ribadito dall’ottimo e tagliente Prof. Parsi è che ciascuno deve, in prima persona, decidere da che parte stare e “fare tutto ciò che è possibile” per dare il proprio contributo in relazione alle proprie scelte. Una vera scossa per le coscienze addormentate, per coloro che “non è colpa nostra”, per gli indifferenti di gramsciana memoria.
Per la rassegna: "Che fine ha fatto la fine della storia"
La forma dell'Europa
Vittorio Emanuele Parsi, politologo, insegna relazioni internazionali presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è docente presso la facoltà di economia all'Università della Svizzera italiana(USI) a Lugano.il posto della Guerra e il costo della Libertà,, Bompiani 2022, è il suo ultimo libro.
Riflessione puntuale e profonda della nostra socia Margherita Diana in merito al dialogo:
E sono contenta di affermare che alle Donne in corriera, tutte e nessuna esclusa, “l’indifferenza non appartiene”.
L’indifferenza è il peso morto della storia. Antonio Gramsci
Ieri sera All’Abeliano il Prof.Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali dell’Università Cattolica di Milano – un titolo fra gli altri – , ha dialogato con Gabriella Caruso e Pino Donghi focalizzando l’attenzione sulla guerra Russo-Ucranina che sta insanguinando l’Europa. Dopo la II guerra mondiale nel vecchio continente, territorio fortemente bellicoso, per quasi ottant’anni, non si sono più innescate guerre interstatali a fini espansionistici che, dice il relatore, hanno rappresentato il motivo principale di almeno 3/4 delle guerre raccontate dalla storia dell’umanità. La nostra Europa aveva disinnescato la “macchina da guerra” dei singoli Stati attraverso l’operato di Istituzioni Internazionali, che, in condizione di terzietà, tramite accordi, trattati, decisioni, hanno di fatto eliminato, o almeno tenuto sotto controllo, “le pretese” di ciascuno Stato a danno dell’altro.
Putin con la sua aggressione nei confronti dell’Ucraina ha rimesso in ballo in modo preoccupante l’antica attitudine alla guerra delle diverse Nazioni per l’annessione di nuovi territori. L’aspetto più rilevante emerso ieri è che la Democrazia e la Libertà sono modelli sociali dai quali non possiamo più prescindere perché rappresentano l’evoluzione naturale di una umanità che consapevolmente elabora e corregge il proprio operato in modo inclusivo ovvero con il pieno e totale rispetto delle diverse opinioni.
Anche gli errori, le incertezze, i ritardi della decisione politica in un contesto democratico possono essere gestiti e superati, se non viene represso il dissenso, ragionando attorno a una soluzione il più possibile condivisa. Il dibattito ha visto una particolare e intensa partecipazione della platea, del resto il tema della “crisi di rappresentanza e del tramonto degli ordini mondiali” al centro dei tre incontri dei dialoghi delle Donne in Corriera chiama alla riflessione e soprattutto rende necessario interrogarsi su quale sia il mondo possibile al quale, intimamente, si ritiene di voler appartenere.
Quello che viene ribadito dall’ottimo e tagliente Prof. Parsi è che ciascuno deve, in prima persona, decidere da che parte stare e “fare tutto ciò che è possibile” per dare il proprio contributo in relazione alle proprie scelte. Una vera scossa per le coscienze addormentate, per coloro che “non è colpa nostra”, per gli indifferenti di gramsciana memoria.