Incontro con Lea Melandri

Edizione 2017
LUOGO:

Libreria Laterza


PERIODO:

4 Aprile 2017

DETTAGLI:
L’amore… molesto di ROBERTA MONACO

Il 4 aprile, presso la Libreria Laterza di Bari, l’associazione Donne in Corriera in collaborazione con il Festival delle Donne e dei saperi di genere ha organizzato l’incontro con Lea Melandri che ha presentato Amore e Violenza. Il fattore molesto della civiltà (Bollati Boringhieri, 2016, 16 euro). Interventi: Giovanna Iacovone, Giusy Giannelli e Guglielmo Starace.

LEA  MELANDRI Ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Attualmente tiene corsi presso l'Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, di cui è stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987. È stata redattrice, insieme allo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista L'erba voglio (1971-1978), di cui ha curato l'antologia: L'erba voglio. Il desiderio dissidente, Baldini &Castoldi 1998.

È figura tra le più significative e autorevoli del femminismo italiano, autrice di testi teorici fondamentali come L’infamia originaria (1977). MARIA LATERZA presenta il fitto programma che la vede coinvolta Lea Melandri: un laboratorio di scrittura, all’interno del fittissimo programma del Festival delle Donne e dei Saperi di Genere (organizzato dal CISCuG Centro Interdipartimentale di Studi sulla Cultura di Genere e dal DISUM Dipartimento di Studi Umanistici di UniBA, con il sostegno di Assessorato all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia, della Fondazione Apulia Film Commission e del Teatro Pubblico Pugliese). Due giornate di laboratorio pratico: “Laboratorio di scrittura d’esperienza” presso la Casa delle Donne del Mediterraneo in Piazza Balenzano; queste due giornate di formazione in collaborazione con gli Stati Generali delle Donne e con l’associazione culturale “Donne in corriera” di Bari. Ed è proprio l’Associazione “Donne in Corriera” che ospita oggi, 4 aprile, Lea Melandri per presentare il suo libro Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà (Bollati Boringhieri, Torino, 2011) alla presenza di Giovanna Iacovone, Giusy Giannelli e Guglielmo Starace. Introduce come sempre Maria Laterza. Il movimento non autoritario e il femminismo degli anni settanta, spostando il centro della teoria e della pratica politica fuori dai luoghi istituzionali, hanno messo in crisi la politica. Dopo le esperienze autoritarie del’68, movimento di cui Lea Melandri è stata protagonista, mettendo in campo altre categorie della parola “reale”, oggi, come, qualcuno ha detto si è fatta strada l’antipolitica. Il libro della Melandri affronta le aporie della democrazia moderna che il femminismo si è trovato ad affrontare (p.36), le metamorfosi della nostra civiltà, temi, argomenti esperienziali, come li chiama Starace, atti persecutori come lo stalking, e tutte le sue possibili declinazioni, gettando una luce diversa su quella “diade amorosa” (p.101) che può avere un forte potenziale di distruzione (p.64). Per comprendere meglio la complessità dell’oggetto/soggetto trattato (nel sottotitolo lo chiama il fattore molesto della civiltà), riporto qui la quarta di copertina:” Nel comune sentire amore e violenza tendono idealmente a polarizzarsi: che cosa avrebbero da spartire lo slancio ardente verso l'oggetto del proprio desiderio e la brutale lacerazione dell'altro, la tenerezza e l'odio rabbioso, la passione vivificante e il gesto mortifero? In realtà il sentimento amoroso e l'atto violento si compenetrano da sempre, a partire dallo strappo che separa il maschio dal corpo di donna che lo ha generato. E sono intrecciati al punto da serrarsi in un nodo inestricabile che costituisce - sia per gli individui sia per i gruppi umani - il "fattore molesto" della civiltà. Con l'acutezza di sguardo di chi sa mettere a nudo le ambivalenze e le contraddizioni del rapporto di potere tra i sessi, Lea Melandri esplora la violenza reale e simbolica annidata all'interno delle relazioni più intime come la sessualità e la maternità. È su quel corpo con cui è stato tutt'uno, e con cui torna a fondersi nell'amplesso, che l'uomo si accanisce. Ma questa fuga estrema dal femminile che si perpetua, atavica, in ogni mano maschile levata sulle donne, conosce un'ultima contorsione, su cui Melandri invita a riflettere: l'attuale spazio pubblico femminilizzato sembrerebbe stemperare la "guerra tra i sessi", mentre è soltanto una nuova forma di dominio, a conferma ancora una volta dell'asservimento che ha ridotto le donne a vita biologica, virtù domestiche, prestazioni ancillari.”

Il libro è anche una storia personale. Non possiamo prescindere da quegli elementi biografici che la Melandri ci porta a vedere come semi di una pianta cresciuta lentamente, le cui radici sono profonde… stanno “lì”. Nata da una famiglia povera, contadina, ha frequentato un buon liceo di provincia, vissuto l’esperienza di quella “violenza assistita” nella propria vita, racconta di aver dormito venti anni nella camera con i suoi genitori “senza capire dove inizia la violenza e l’amore”. Molte donne, “di una grande vitalità, eppure sottomesse, maltrattate”, hanno segnato la sua vita, contadina, le cui radici non rinnega mai (cfr.p.106). Negli anni’70 il tema non era la violenza manifesta, era la violenza “invisibile, simbolica”. Questa è stata l’intuizione delle femministe: hanno dovuto calarsi in ruoli ed identità di un sesso, quello maschile, che ha polarizzato tutto. Corpo- pensiero, corpo erotico, corpo materno (p.74), dualismo sessuale, sono gerarchie, poli che ci portiamo dentro. Tra gli interrogativi: ma gli uomini sono malvagi ab origine?In realtà “il sessismo di cui l’uomo si è arrogato è nato dalla politica”, il privato sta divorando il pubblico (p.76). La paura di denunciare ha creato un amalgama difficile da sbrogliare. Nel 2007 lo slogan della prima manifestazione era “Il boia ha le chiavi di casa”. Si arriva a dire che la violenza è un fatto strutturale, interno alla normalità. La normalità vuol dire che questa violenza sta dentro a una cultura … ma va svelata. Le donne infatti denunciano poco (“l’amore fa da velo”), la confusione tra amore e violenza – e di esempi oggi la cronaca è piena – nasce all’interno, con un corpo. Nel libro si parla anche di aborto (ovvero il corpo che può darti la morte). Gli uomini difficilmente pensano che il corpo femminile è debole perché sanno bene che li ha messi al mondo. E tuttavia lo sottomette nella sessualità. “rientra in quel corpo e lo sottomette”. È la storia della civiltà, della cultura, che ha detto e stabilito chi era al potere. Gli uomini vedono solo il capovolgimento di potere, d’origine, perché non hanno fatto, spiega Melandri, un cammino di presa di coscienza come noi donne. Lo afferma GENNI IACOVONE, giurista, che definisce il libro “ bellissimo, densissimo, tanto da creare una vertigine”, un libro coraggioso dove, anche attraverso le riflessioni di autori come Sibilla Aleramo, si mettono in luce aspetti e carichi di cui si fanno portatrici le donne. E si chiede se è possibile, se c’è una prospettiva per uscire dalle “trincee” e trovare un “recinto”. Nella risposta si richiamano i tanti volti delle battaglie delle donne, la ripresa anche attraverso movimenti internazionali come “Non una di meno”, venire a capo della divisione sessuale del lavoro che vede le donne più responsabili, l’importanza degli Osservatori, ma anche di ripartire dalle scuole, formare i docenti (anche se purtroppo non ci sono i finanziamenti) e dare sempre “tutte le informazioni” attraverso i media, affinché la violenza sulle donne non sia considerata come un fatto privato; Melandri afferma “mena male che c’è Facebook e certe notizie circolano”. A volte molte cose le ritirano subito, ma lei sente che tutto ciò “avrà una durata”… La rivoluzione è iniziata…, mi piacerebbe dire, per amore della rima. Por donde saldrà el sol?Da dove sorgerà il sole?Come sanno gli indiani, la notte può essere lunga.

E purtroppo la durata dell’interessantissimo e affollatissimo incontro ha un limite, dobbiamo salutarci e riprendere in mano tanti libri, da Rousseau a Freud a Virginia Woolf, per capire chi sono le vittime, chi i carnefici, e chiederci perché solo quest’anno le denunce per stalking sono state 6.042.

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